WATT-METRO


Consente di misurare la potenza erogata dal trasmettitore sostituendo l'antenna con un carico fittizio resistivo.

È particolarmente adatto per gli apparati dei CB e per i QRP.

Deve essere considerato un valido accessorio di ogni stazione ricetrasmittente.

Tutti gli operatori del settore delle radiotrasmissioni, siano essi degli OM o CB, in occasione dei periodici controlli del trasmettitore, cercano di valutare la reale potenza elettrica dell'apparato, servendosi di un carico fittizio. Perché la misura diretta, tramite i wattmetri passanti, può essere falsata dalla presenza delle onde stazionarie. Le quali, con il loro continuo riflettersi tra il generatore e l'antenna, aggiungono, a quella effettiva, una potenza apparente, che rappresenta un artificio matematico utile soltanto per spiegare, in modo semplice, i meccanismi di propagazione delle onde elettromagnetiche lungo una linea. Laddove in termini di energia reale conta soltanto quella che il trasmettitore fornisce all'antenna, al netto delle perdite di conduzione; quella che il wattmetro passante non può assolutamente fornire con la dovuta precisione.

Fig. 1 - Questo schema di tipo a blocchi interpreta il modo di impiego del carico fittizio resistivo descritto nel testo. Il wattmetro passante va inserito fra il trasmettitore ed il carico che sostituisce l'antenna radiante.

Ma perché la conoscenza di tale grandezza elettrica può essere di estrema importanza per il radiante o l'appassionato della banda cittadina? Ebbene, i motivi possono essere diversi, ma il più importante fra tutti è quello di valutare l'efficienza, ossia il guadagno dell'antenna collegata con l'uscita del trasmettitore. Che deve essere in grado di diffondere, nella maggior misura possibile, la potenza erogata dal TX. Mentre ciò non accade quando l'installazione non rispetta talune particolari condizioni tecniche, come ad esempio la distanza dal suolo o la conformazione dello spazio circostante. Dunque, assieme alla potenza reale erogata, si deve anche conoscere il vero guadagno dell'antenna, per la cui valutazione si misura l'intensità del campo elettromagnetico generato tramite un ricevitore ben tarato e sistemato ad una distanza non inferiore ai trenta metri, ovviamente in condizioni di spazio libero, non influenzato da riflessioni locali.
Questa stessa valutazione può essere raggiunta con un misuratore di campo. Poi, agendo sugli appositi adattatori e tenendo conto della potenza nominale del trasmettitore, si stabilisce la massima intensità di campo, verificando nel contempo se la installazione dell'antenna è la migliore possibile, ottimizzandone eventualmente l'adattamento e diminuendo le onde stazionarie. Ma ritorniamo al tema proposto all'inizio dell'articolo, quello della misura della potenza reale emessa da un trasmettitore in funzione.