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MEMORIE FERAM |
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INTRODUZIONE Un condensatore ferroelettrico si differenzia da un normale
condensatore per il tipo di dielettrico, in quanto si utilizza un film
di materiale ferroelettrico. Due importanti caratteristiche di questo
tipo di materiale sono l’alta permittività e la bistabilità. L’alta
permittività implica grandi capacità per unità di area del film
ferroelettrico rispetto ai normali
dielettrici. Questa caratteristica è sfruttata per la progettazione di
memorie DRAM ad alta densità e nei circuiti analogici che richiedono
condensatori con grande capacità sul chip. La bistabilità si riferisce
alla capacità del materiale di mantenere spontaneamente due differenti
stati stabili di polarizzazione e può quindi essere utilizzato nella
realizzazione di memorie non volatili note con il nome di FRAM.
CENNI SUI MATERIALI FERROELETTRICI Una memoria non volatile è un dispositivo che
immagazzinato il dato lo mantiene senza l’apporto di un’alimentazione
esterna. Un condensatore che utilizza come dielettrico un film di
materiale ferroelettrico, quale il PZT ( 1 3 Pb Zr Ti O x -x
) o l’SBT ( 2 2 9 Sb Bi Ta O ), soddisfa questo
requisito grazie a quello che in letteratura viene chiamato "effetto
ferroelettrico", che è la capacità del materiale di mantenere uno stato
di polarizzazione in assenza di campo elettrico applicato.
Figura 1-1 Cella unitaria di Perovskite Sotto l’azione di un campo elettrico con verso positivo, gli atomi di Ti/Zr si allineano lungo la direzione del campo applicato, Figura 1-2a, generando quella che da qui in avanti si chiamerà polarizzazione o allineamento del dipolo. L’effetto di polarizzazione è stabile, in quanto l’atomo di cui sopra, resta nella nuova posizione anche dopo che il campo elettrico viene rimosso, Figura 1-2b.
Figura 1-2a Figura 1-2b Applicando un campo elettrico in direzione opposta (negativo), è possibile invertire il verso della polarizzazione, Figura 1-2c. Come nel caso precedente, l’effetto di polarizzazione permane anche dopo la rimozione del campo elettrico, Figura 1-2d.
Figura 1-2c Figura 1-2d Il valore minimo di campo elettrico che bisogna applicare
affinché si verifichi la polarizzazione dei dipoli è noto con il nome
di campo elettrico coercitivo, e si indica con Ec .
Il valore per cui almeno il 90% dei dipoli risulta polarizzato si
indica con 90 E . La
temperatura al di sotto della quale si manifesta l’effetto
ferroelettrico è chiamata "Temperatura di Curie". Al di
sopra di tale temperatura, i materiali ferroelettrici presentano invece
un’alta permettività relativa del dielettrico, » 100 r e , che
permette di ottenere, a parità di capacità, condensatori DRAM più
piccoli.
Figura 1-3 Non patternato
Figura 1-4 Patternato
La tensione applicata ai capi di condensatore ferroelettrico è legata al campo elettrico dalla seguente relazione: V = E ×d (1-1) dove con d si è indicato lo spessore del film ferroelettrico, i cui valori tipici vanno da 120nm a 240nm. In un condensatore ferroelettrico, la polarizzazione dei dipoli, si traduce in una carica di polarizzazione (Q), il cui andamento in funzione della tensione applicata (V) ai suoi capi, descrive un ciclo d’isteresi, Figura 1-5.
Figura 1-5 Ciclo d’isteresi. Applicando una tensione positiva Vs più grande
della tensione V90 , il film ferroelettrico si
polarizza nella direzione positiva, fino al valore limite Qs ,
detta carica di polarizzazione di saturazione. Eliminando la tensione
applicata, il valore della carica di polarizzazione diminuisce fino al
valore Qr , detta carica di polarizzazione residua.
Questa diminuzione, è da imputare alla "carica lineare" presente, anche
se in minima parte nella struttura cristallina. Applicando una tensione
negativa, di valore inferiore alla -V90 , il film ferroelettrico
si polarizza lungo la direzione negativa, fino al valore -Qs .
Anche in questo caso, la rimozione della tensione applicata, determina
una diminuzione della carica di polarizzazione, fino al valore -Qr .
Pertanto, come evidenziato in Figura 1-5, il ciclo d’isteresi risulta
simmetrico rispetto ai due assi di riferimento.
Figura 1-6 Per
effettuare un’operazione di lettura del dato immagazzinato, si deve
applicare, ai capi del condensatore, una tensione positiva, secondo la
convenzione assunta in Figura 1-6, maggiore della tensione coercitiva Vc.
Visto e considerato che la tensione da applicare ai capi del condensatore ferroelettrico, durante l’operazione di lettura, è sempre positiva, indipendentemente dal dato immagazzinato, è ovvio che qualora il dato sia un "1", l’operazione di lettura risulta distruttiva, pertanto deve essere seguita da una operazione di riscrittura del dato. A tal fine bisogna applicare una tensione negativa per riportare il condensatore allo stato di polarizzazione iniziale. Per quanto detto, un materiale ferroelettrico e quindi un condensatore ferroelettrico è caratterizzato da 3 parametri: § Campo elettrico coercitivo, C E (V/m) § Carica di polarizzazione, Q (C) § Campo elettrico al 90%, 90 E (V/m) Tali parametri dipendono fondamentalmente dal tipo di materiale ferroelettrico (PZT, SBT, o altro), utilizzato per realizzare il condensatore, ma possono variare a causa di altri fattori quali: tipo di elettrodi (Platino o altro), tipo di deposizione, effetti di bordo o eventuali fenomeni di ossidazione sulle interfacce fra il film ferroelettrico e gli elettrodi. L’affidabilità è definita come il numero di cicli di lettura e/o scrittura che possono essere eseguiti, prima che il valore di rnv Q diminuisca al punto di non poter discernere il dato "0" dal dato "1", mentre la ritenzione è la capacità del dispositivo di memoria di mantenere immagazzinato il dato, nel tempo, senza il supporto di un’alimentazione interna. Il condensatore ferroelettrico deve presentare buone caratteristiche di affidabilità (endurance) e di ritenzione (retention), alto breakdown del dielettrico, una temperatura di Curie superiore alla massima temperatura di esercizio, un valore di 2Prnv di almeno 2 5, velocità di inversione della polarizzazione dell’ordine delle decine di nanosecondi, buona compatibilità con i processi d’integrazione esistenti (le proprietà dei materiali non devono essere alterate dai vari step d’integrazione) e basse tensioni, che equivale a dire che la 90 V deve risultare inferiore a 5 Volt.
LA CELLA DI MEMORIA FRAM In una memoria, i bit d’informazione sono memorizzati in celle organizzate secondo una struttura a matrice: l’intersezione di una riga e di una colonna della matrice individua una cella. La cella di una memoria FRAM può essere costituita da un transistore e da un condensatore ferroelettrico (cella 1T/1C) oppure da due transistori e due condensatori ferroelettrici (cella 2T/2C).
CELLA 2T/2C Lo schema di una cella 2T/2C è mostrato in Figura 2-1.
Figura 2-1 Cella 2T/2C Le due celle, dopo ogni operazione di lettura/scrittura
sono sempre in stati opposti: supponiamo che C_fecapT sia
nello stato "down", e che C_fecapC sia nello stato "up". Figura 2-2 Diagramma temporale del ciclo di lettura 1) viene abilitata la WL 2) la PL è portata alla tensione di alimentazione, DD V , mentre entrambe le bit line sono a 0V, pertanto la tensione ai capi dei due condensatori ferroelettrici è positiva, a flottante. Il condensatore che si trova nello stato "down" commuta nello stato di polarizzazione opposto con conseguente trasferimento di una grande quantità di carica, (1) dQ , sulla BLT. Dal condensatore che permane nello stato "up" si ha invece lo spostamento di una piccola quantità di carica, (0) dQ , sulla BLC. Essendo (0) (1) dQ < dQ , la tensione della BLT, relazione (2-2), sarà maggiore di quella della BLC, relazione; 3) il sense amplifier porta a DD V la BL il cui livello di tensione è maggiore, e a 0V l’altra. A questo punto il dato memorizzato può essere letto. Entrambi i condensatori però si trovano nello stesso, stato di polarizzazione ( stato "up" ), occorre pertanto effettuare una operazione di riscrittura (o "restore") dello stato "down; 4) il sense amplifier viene mantenuto "on" (acceso) in modo da garantire che la BLT a DD V , rimanga a tale valore, mentre la PL è portata a 0V. In tal modo la tensione fecapT PL BLT V =V -V sarà negativa con conseguente riscrittura dello stato "down". Da quanto detto, si deduce che l’operazione di riconoscimento del dato viene effettuata dal sense amplifier. Se indichiamo con SA V la sua soglia di sensibilità, per riconoscere il dato occorre soddisfare la seguente relazione:
che in termini di carica di polarizzazione diventa:
Supponendo la BLT C uguale alla BLC C si ha:
In questa trattazione si è supposto che il valore di BL C fosse molto maggiore della capacità lineare del condensatore ferroelettrico, in modo che tutta la DD V applicata alla plate, cada ai capi del condensatore ferroelettrico. Tale condizione è necessaria per assicurare il completo switching dei dipoli e quindi rendere massima la carica SW Q che si riversa sulla BLT. In altri termini, stiamo supponendo che lo stato di carica di polarizzazione del condensatore ferroelettrico, durante l’accesso in lettura, si sposti lungo il ciclo d’isteresi ottenuto applicando una tensione variabile da DD -V a DD V . CELLA 1T/1C Uno schema della cella 1T/1C è riportato in Figura 2-3.
Figura 2-3 Cella 1T/1C La lettura avviene secondo la stessa modalità della cella 2T/2C. Il sense amplifier in tal caso confronta la tensione della BL, il cui livello dipende dallo stato di polarizzazione del condensatore ferroelettrico, con una tensione di riferimento ref V , opportunamente generata. Se la BL V risulta maggiore della ref V , il sense la porta a DD V , viceversa la porta a 0V. Anche in questo caso, è necessario, per il corretto riconoscimento del dato, che sia soddisfatta la relazione:
SA BL ref V < V -V (2-7)
Tenendo presente che la BL V dipende dal dato immagazzinato nel condensatore ferroelettrico, per esprimere la relazione (2-7) in funzione della carica di polarizzazione si devono differenziare i due casi, corrispondenti ai due dati logici. Se il condensatore ferroelettrico è nello stato "down", dato logico "1", si ha: E la relazione (2-7) diventa: E la relazione (2-7) diventa: TENSIONE DI RIFERIMENTO Come già accennato precedentemente, in una memoria FRAM con cella 1T/1C è necessario determinare una tensione di riferimento stabile da utilizzare nella fase di sensing. Schematizziamo diverse modalità utilizzate per ottenere la V REF . Cella di riferimento ferroelettrica La cella di riferimento, Figura 2-3, è uguale alla cella di memoria il ché facilita l’implementazione. Nell’intervallo di tempo in cui viene inviato un impulso alla plate line, le due bit lines di riferimento sono cortocircuitate. Una è connessa ad un condensatore ferroelettrico di riferimento che commuta, l’altra ad uno che non commuta. Il corto circuito è poi rilasciato per il sensing. In tal modo si ottiene una tensione di riferimento pari alla media aritmetica delle tensioni delle due bit lines di riferimento. La cella di riferimento presenta la stessa dipendenza dalla tensione di alimentazione della cella di memoria ed è soggetta alle variazioni di polarizzazione del condensatore ferroelettrico chip to chip.Inoltre, essa risente degli effetti della fatigue (vedi capitolo successivo) in misura maggiore rispetto alla cella di memoria, perché per costruzione ad essa si accede più frequentemente, un numero di volte pari al numero di accessi per il numero di WL.
Figura 2-3 Cella di riferimento Cella di riferimento indipendente dalla relaxation La cella ferroelettrica di riferimento non percorre tutto il ciclo di isteresi ma alla fine di ogni ciclo ad essa è applicata una tensione, pari alla tensione coercitiva, in modo tale da portarla ad un punto a = 0 r Q . La V ref prodotta risulterà indipendente dalla componente di relaxation. Tuttavia, tale modalità è difficile da implementare a causa di variazioni della tensione coercitiva, ad esempio al variare della temperatura. Inoltre, essa richiede la generazione della stessa tensione coercitiva. Cella di riferimento immune alla fatigue Il condensatore ferroelettrico della cella di riferimento non commuta mai ed è dimensionato in modo tale da comportare lo spostamento di una quantità di carica intermedia tra quella che interviene durante una commutazione e quella che entra in gioco in una cella che non commuta. E’ ovvio che la cella di riferimento non sarà soggetta a problemi di fatigue. E’ richiesto però un accurato dimensionamento. Cella di riferimento con condensatore CMOS Con tale riferimento è possibile ottenere una tensione variabile indipendente dalla temperatura. Si evita in tal modo una riduzione di segnale sulla bit line che può risultare dannosa ai fini del sensing. La V ref può essere modificata § variando la dimensione del condensatore in fase di progetto § variando la tensione applicata alla sua plate, programmata
in fase di test.
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