CIRCUITI  LC ACCOPPIATI

 

Cominciamo col realizzare due circuiti risonanti, il primo di tipo in serie, il secondo con gli elementi in parallelo, come quelli disegnati sulla sinistra delle figure 1 e 2.

Fig. 1 - Quando la ferrite del circuito accordato e quella interna del ricevitore radio sono vicine e parallele, i deboli segnali vengono notevolmente rinforzati e l'ascolto aumenta di livello.

Per entrambi i circuiti occorre una bobina (L1), avvolta su nucleo di ferrite e un condensatore variabile ad aria. La bobina si realizza avvolgendo 8O spire di filo di rame smaltato del diametro di 0,6 mm su una ferrite cilindrica, di diametro . mm e lunga almeno 10 cm. Il condensatore variabile ad aria deve avere una capacità massima di 300 pF.
Il primo esperimento, illustrato in figura 1, consiste nel sintonizzare un piccolo ricevitore radio su una debole emittente intorno agli 800 - 1.000 KHz, con lo scopo di annullare il più possibile l'azione del CAV, che altererebbe gli effetti introdotti dalla presenza del circuito accordato e di avvicinare questo, il più possibile, al ricevitore, in modo che le due ferriti, quella del circuito risonante esterna e quella interna all'apparecchio radio, vengano a trovarsi in posizione parallela. Fatto ciò si interviene sul condensatore variabile CV per sintonizzare il circuito risonante sulla stessa frequenza della emittente ricevuta, ovviamente dopo aver applicato, all'estremità libera di L1, il conduttore di discesa di un'antenna filare e, su un terminale del variabile, il conduttore di terra.
Il risultato raggiunto è il seguente. Mentre si agisce sul perno del variabile CV, ad un certo punto ci si accorge che l'audio aumenta notevolmente di intensità. Come se I'emittente captata dal ricevitore avesse moltiplicato la sua potenza di emissione. Ma vediamo ora che cosa si è verificato in teoria.
Il circuito avvicinato al ricevitore è di tipo risonante in serie che, alla frequenza di risonanza, stabilita dalle caratteristiche elettriche della bobina L1 e del condensatore variabile CV, assorbe il massimo di energia irradiata nello spazio dalla emittente radiofonica sulla quale è sintonizzato il ricevitore. Questa energia provoca in L1 lo scorrimento di una corrente variabile, che genera, attorno alla bobina, un campo elettromagnetico variabile a radiofrequenza, il quale investe la bobina interna dell'apparecchio radio, avviando in questa una corrente che si somma a quella già presente. In sostanza si verifica un trasferimento di energia, dovuto alla mutua induttanza (effetto trasformatore), ma favorito dalla posizione reciproca delle due bobine e dalla loro stretta vicinanza.
In questo caso si suole dire che il circuito accordato altera profondamente, ma positivamente, un accoppiamento fra circuiti risonanti.