LM338K - 5


  RESISTENZA DEI CAVI 

Lo schema riportato in figura 4 evidenzia l'effetto indesiderato della resistenza Rc dei cavi di collegamento tra l'uscita dell'integrato IC1 ed il carico.    

  Fig. 4 - Schema applicativo comprensivo della resistenza  Rc dei cavi di collegamento fra l'uscita  Rc

Quando l'assorbimento di corrente è di una certa entità, sulla resistenza Rc si verifica una grossa caduta di tensione, che è risentita dal circuito come parte della caduta di tensione sulla resistenza di regolazione. Una tale caduta di tensione può essere amplificata anche undici volte dalla regolazione e per questo motivo, allo scopo di minimizzare il valore di Re. occorre collegare la resistenza R2 il più vicino possibile al terminale "u" dell'integrato. A volte la resistenza Rc determina una limitazione della corrente d’uscita e questo effetto può essere vantaggiosamente sfruttato. Infatti, aumentando la corrente in uscita, aumenta la caduta di tensione sui terminali della resistenza Rc e questa caduta di tensione, dopo essere stata amplificata, è sottratta alla tensione d'uscita.  In figura 5 è rappresentata un’applicazione di quanto ora detto.

C1  =  1.000 uF - 50 VI (elettrolitico)  C2  =  100.000 pF   C3 =  100.000 pF   R1  =   2.400 ohm    R2 =  120 ohm   R3  =  0,1 ohm      IC1 =  LM338K   BATTERIA = 12 V

Fig. 5 - Circuito carica batterie che sfrutta l'effetto della resistenza introdotta dai cavi di collegamento, fra l'uscita di IC1 ed il carico 

In questo caso, infatti, si sfrutta l'effetto citato per realizzare un carica batterie di elevate prestazioni. Quando la batteria è scarica, il circuito funziona da generatore di corrente, limitando ad un valore ben preciso la carica della batteria ed evitando in tal modo quei surriscaldamenti che possono accorciare la vita degli accumulatori, soprattutto di quelli di piccola potenza o al nichel-cadmio. Una volta caricata la batteria, il circuito funziona come generatore di tensione, senza fornire quasi più corrente alla batteria, ma facendo fluire soltanto la minima corrente di mantenimento, onde evitare inutili, ulteriori riscaldamenti.