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MOTORI IN CORRENTE CONTINUA |
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INTRODUZIONE In molte applicazioni che fanno uso di motori elettrici si richiede una coppia di spunto elevata. Il motore che possiede per sua per natura, una caratteristica coppia/ velocità di punta importante è quello in corrente. La velocità del motore si adatta al suo carico. D’altronde, la miniaturizzazione ricercata dagli ideatori trova nel motore in corrente continua una soluzione ideale, perché paragonato alle altre tecnologie dà comunque un rendimento elevato.
Struttura
di un motore in corrente continua In figura è riportata la sezione di un motore in CC in cui è possibile identificare gli elementi fondamentali che lo costituiscono: rotore, statore, magneti, spazzole, collettore asse e carcassa metallica.
Lo statore è formato da una carcassa metallica e da uno o più magneti che creano un campo all’interno dallo statore. Posteriormente si trova l’alloggiamento delle spazzole che assicurano il contatto elettrico con il rotore. Quest’ultimo è costituito da una carcassa metallica a sostegno delle bobine, collegate fra loro a livello del collettore. L’insieme collettore-spazzole permette di selezionare l’insieme delle bobine che saranno attraversate dalla corrente in un senso e quelle che saranno attraversate in senso opposto. Principio
di funzionamento Quale
sia la complessità della bobina, una volta alimentata può essere
rappresentata come un cilindro ferromagnetico con un solenoide in
periferia. Il filo di questo solenoide è costituito dal fascio che si
trova in ogni cavità del rotore. In pratica, quest’ultimo si comporta
come un elettromagnete e l’induzione avrà per direzione l’asse che
separa i fili del solenoide percorsi da corrente nello stesso senso.
Il
motore è quindi costituito da magneti fissi, da un magnete mobile
(rotore) e da una carcassa metallica per concentrare il flusso. Per
effetto dell’attrazione dei poli contrari e della repulsione dei poli di
stesso segno, sul rotore si genera una coppia che lo mette in moto. Questa
coppia è massima quando l’asse dei poli del rotore è perpendicolare
all’asse dei poli dello statore. Non appena il rotore si mette in moto
le spazzole operano su lame diverse del collettore. Le bobine sono così
alimentate in maniera che l’asse dei nuovi poli del rotore sia comunque
perpendicolare a quello dello statore. Grazie a quest’effetto, il rotore
continua a girare. La fluttuazione della coppia risultante diminuisce
aumentando il numero di lame del collettore. Invertendo i fili di
alimentazione del motore s’inverte la corrente nelle bobine e
conseguentemente anche le due polarità. La coppia risulta in questo caso
di senso contrario al precedente ed il motore cambia il senso di
rotazione. Per sua natura, il motore in corrente continua è quindi un
motore a due sensi di rotazione. |
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