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OSCILLATORI SINUSOIDALI |
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INTRODUZIONE Quando il pendolo dell'orologio si muove, spostandosi da destra a sinistra, e viceversa, si suole dire che "oscilla", ovvero compie un movimento oscillatorio, che dura finché una forza, che può essere meccanica, elettrica o di altra natura, gli impedisce di fermarsi. Ebbene, l'elettronica si è appropriata di questo verbo, facendone uso in molte occasioni. In particolare, per interpretare il comportamento del transistor amplificatore il quale, se opportunamente collegato ed alimentato, può generare un segnale variabile nel tempo, ovvero può "oscillare", senza che alla sua base venga fornito un preciso messaggio. Ed il circuito complessivo, che dà origine a tale fenomeno, assume la denominazione di "circuito oscillatore" o, più semplicemente, "oscillatore". Ma ritorniamo, per un momento, all'immagine del pendolo, per osservare che il suo non è un moto continuo, bensì variabile. Dato che la velocità è massima, quando assume la posizione verticale, mentre rallenta, progressivamente, mano a mano che raggiunge le estreme posizioni di destra e di sinistra, sulle quali, per un attimo, si ferma. In sostanza, se si deve interpretare graficamente il fenomeno meccanico, ci si accorge che questo è analogo a quello delle tensioni e delle correnti elettriche sinusoidali, così come indicato nel diagramma di figura 1, sul cui asse orizzontale vengono valutati i tempi, sul verticale sono conteggiate le velocità raggiunte dal pendolo.
Fig. 1 - Il movimento oscillatorio del pendolo si interpreta, graficamente, tramite una sinusoide; la stessa che spiega, analiticamente, il comportamento della tensione alternata. Anche
in questo caso, il numero di volte, in cui la sinusoide si ripete nel
tempo, prende il nome di "frequenza". |
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