RESISTORI VARIABILI




RESISTENZE VARIABILI

I modelli più comuni, fra tutte le resistenze variabili, sono sicuramente i potenziometri, ossia quei componenti, che possono essere costruiti in forme e dimensioni diverse, con i quali di solito si regola il livello dell'audio nei ricevitori radio. Ma in generale si dice che con il potenziometro si controlla l'entità di un segnale.   

 Fig. 1- Alcuni esempi di resistenze variabili di uso comune negli apparati elettronici. I terminali contrassegnati con i numeri 1 - 3 indicano le due estremità della resistenza, mentre con il numero 2 è segnalato l'elemento mobile di scorrimento, detto anche cursore. In posizione centrale, in basso, è riportato il simbolo elettrico del componente.  

 In figura 1 sono riportati alcuni dei più noti potenziometri a regolazione manuale adottati nei circuiti elettronici moderni. E assieme ad essi, in posizione centrale, è pure riprodotto il simbolo elettrico di questo componente, che assomiglia a quello della resistenza a valore ohmmico costante, ma con una freccia in più, che sta appunto ad indicare la condizione di variabilità dell'elemento. La numerazione, riferita ai tre terminali di ciascun potenziometro di figura 1, consente, a chi  deve interpretare uno schema o montare un dispositivo, di individuare con la massima certezza le due estremità della resistenza (1 - 3) e la presa intermedia di questa (2).   
I potenziometri possono essere privi o dotati di interruttore.

 

 Fig. 2 - Questo comunissimo esemplare di resistenza variabile è conosciuto meglio con il nome di potenziometro. In particolare, il modello qui raffigurato, è quello dotato di interruttore incorporato.

 Negli apparecchi radio si utilizzano quasi sempre i potenziometri con interruttore, come quello pubblicato in figura 2, che permette di effettuare tre operazioni elettriche distinte, quella di accensione della radio, di controllo del volume sonoro e di spegnimento dell'apparecchio. Ovviamente, l'interruttore è una parte elettrica del potenziometro, munita di due terminali, completamente separata e meccanicamente fissata sul coperchio metallico di chiusura del componente. Ciò vuol dire che, in ogni caso, con o senza interruttore incorporato, la composizione meccanica  delle varie parti del potenziometro è quella indicata in figura 3.  

 

 Fig. 3 - Le parti principali, che compongono un potenziometro, sono qui chiaramente evidenziate. Il fondello o coperchio di chiusura è di metallo e rappresenta, assieme al perno di comando manuale, la massa del componente.

Nella quale si nota come l'elemento di comando sia rappresentato da un perno di varia lunghezza, su cui viene innestata una manopola in grado di consentire la facile regolazione manuale.
Sull'estremità interna del perno è fissata una rondella munita di contatti striscianti (spazzola) sullo strato di grafite, elettricamente collegato con i due terminali estremi. La parte mobile, di scorrimento sulla grafite, prende pure il nome di cursore ed è connessa con il terminale centrale del componente (reoforo 2). Il tutto viene poi racchiuso mediante un fondello o coperchio metallico, che funge pure da schermo elettromagnetico e conduttore di massa, assieme al perno di comando, di tutto l'insieme. Lo strato di grafite, che con il tempo e l'usura si deteriora, può essere distribuito, sulla superficie circolare, in modo dipendente dal sistema costruttivo.