MISURARE CON IL TESTER - 4



 OHMMETRO

La misura delle resistenze, effettuata con il tester commutato nella funzione di ohmmetro, costituisce una delle operazioni più frequenti. E' assai importante quindi saper usare, anche in questo caso, il tester nel modo più corretto. Ma vediamo, prima ancora di interpretare i! metodo di misura, che cosa sono le resistenze elettriche.
Le resistenze nella pratica possono essere di valori e tipi diversi. In elettronica, quelle più comuni, prendono il nome di « resistori ». Questi vengono realizzati industrialmente tramite un impasto di polvere di carbone. Ma sono resistenze anche i filamenti delle lampadine, le spiraline di filo al nichel-cromo dei fornellini elettrici, gli avvolgimenti contenuti dentro i ferri da stiro e così via. Tuttavia, il concetto di resistenza è unico, e va identificato nella maggiore o minore difficoltà incontrata dagli elettroni quando questi si mettono in movimento lungo i conduttori elettrici: più praticamente nella resistenza opposta dai conduttori al passaggio delle correnti. In questo senso esistono in natura elementi che sono più o meno buoni conduttori di elettricità. Ad esempio, l'argento è un ottimo conduttore di elettricità, il rame è un buon conduttore di elettricità, lo zinco lo è meno.
Le resistenze servono per svolgere un compito importante, quello di creare una caduta di tensione, limitando il passaggio degli elettroni lungo i conduttori.
In elettronica servono praticamente degli elementi di sbarramento lungo i percorsi delle correnti, in modo da dosare a piacimento l'intensità delle correnti stesse, che possono essere quelle generate dalle pile o provocate dalle onde radio captate dall'antenna di un apparato ricevente. E questi elementi di sbarramento si chiamano appunto « resistenze ».
Poiché la resistenza elettrica è una grandezza fisica, come la corrente e la tensione, ad essa è stata attribuita un'unità di misura, che prende il nome di « ohm ». Essa caratterizza il valore resistivo di un conduttore che, sottoposto alla tensione di un volt, viene percorso dalla corrente di un ampère. Ciò significa, ad esempio, che un filo conduttore assume il valore resistivo di 100 ohm quando la tensione di 100 V, applicata ai suoi terminali, fa scorrere una corrente di 1 A. Quindi, per produrre una corrente di 2 A, in quello stesso conduttore occorre applicare ai terminali una tensione di 200 V.
Molto spesso in elettronica si fa uso di resistenze con valori assai elevati. Pertanto si ricorre sovente ai multipli dell'ohm, cioè al kilohm = 1.000 ohm e al megaohm = = 1.000.000 ohm.
Ogni modello di tester è dotato di un certo numero di portate, ma normalmente la scala di lettura è una sola, quella situata nella parte più alta del quadrante. Le diverse portate corrispondono ad uno stesso numero di boccole contrassegnate con la sigla Ω, nelle quali si inserisce una qualsiasi delle due spine dei puntali, perché nella misura delle resistenze non si rispettano le polarità, come invece avviene nel caso delle precedenti misure. E' bene tuttavia abituarsi ad inserire la spina rossa nella boccola contrassegnata con Ω e quella nera nella boccola COM. Prima di iniziare ogni intervento di misura resistiva, è necessario azzerare l'ohmmetro nel modo illustrato in figura 4.

 

 

Fig. 4 - Prima di iniziare ogni operazione di misura resistiva, occorre azzerare lo strumento, intervenendo sulla manopola R posta alla base del quadrante. In pratica si uniscono i puntali e, ruotando il potenziometro R, si costringe l'indice a raggiungere il fondo-scala.

Questa operazione consiste nel mettere in contatto tra loro í puntali e nel manovrare la manopolina del potenziometro R in modo che l'indice dello strumento raggiunga esattamente il fondo-scala (estremità destra).
L'azzeramento dell'ohmmetro deve effettuarsi ogni volta che si prende in mano lo strumento e ogni volta che, durante l'uso dell'ohmmetro, si cambia portata. E ciò per due motivi: prima di tutto perché la tensione nominale della pila, contenuta nel tester col passare del tempo è soggetta a variazioni; in secondo luogo perché l'assorbimento di corrente del circuito dell'ohmmetro varia col variare della portata sulla quale si effettuano le misure resistive.

 

Fig. 5 - Interpretazione pratica della misura della resistenza del filamento di una lampadina. L'ordine di inserimento dei puntali sui terminali della resistenza non assume In tal caso alcuna importanza, ma è comunque buona abitudine innestare la spina nera nella boccola comune e quella rossa nella boccola relativa alle misure ohmmetriche.

La figura 5 interpreta un esempio di misura della resistenza del filamento di una lampadina. Trattandosi di un valore resistivo relativamente basso, l'indice dello strumento si sposta verso l'estremità destra della scala, perché all'estrema sinistra sono indicati i valori resistivi più alti. Quando si vuol misurare il valore resistivo di un componente elettronico, montato in un circuito, si deve sempre interrompere la tensione di alimentazione del circuito stesso e, possibilmente, dissaldare uno dei due terminali del componente sottoposto a misura.