OHMMETRO
La
misura delle resistenze, effettuata con il tester commutato nella
funzione di ohmmetro, costituisce una delle operazioni più frequenti.
E' assai importante quindi saper usare, anche in questo caso, il tester
nel modo più corretto. Ma vediamo, prima ancora di interpretare i!
metodo di misura, che cosa sono le
resistenze elettriche.
Le resistenze nella pratica possono essere di valori e tipi diversi. In
elettronica, quelle più comuni, prendono il nome di « resistori ».
Questi vengono realizzati industrialmente tramite un impasto di polvere
di carbone. Ma sono resistenze anche i filamenti delle lampadine, le
spiraline di filo al nichel-cromo dei fornellini elettrici, gli
avvolgimenti contenuti dentro i ferri da stiro e così via. Tuttavia, il
concetto di resistenza è unico, e va
identificato nella maggiore o minore difficoltà incontrata dagli
elettroni quando questi si mettono in movimento lungo i conduttori
elettrici: più praticamente nella resistenza opposta dai conduttori al
passaggio delle correnti. In questo senso esistono in natura elementi
che sono più o meno buoni conduttori di elettricità. Ad esempio,
l'argento è un ottimo conduttore di elettricità, il rame è un buon
conduttore di elettricità, lo zinco lo è meno.
Le resistenze servono per svolgere un compito importante, quello di
creare una caduta di tensione, limitando il passaggio degli elettroni
lungo i conduttori.
In elettronica servono praticamente degli elementi di sbarramento lungo
i percorsi delle correnti, in modo da dosare a piacimento l'intensità
delle correnti stesse, che possono essere quelle generate dalle pile o
provocate dalle onde radio captate dall'antenna di un apparato
ricevente. E questi elementi di sbarramento si chiamano appunto «
resistenze ».
Poiché la resistenza elettrica è una grandezza fisica, come la corrente
e la tensione, ad essa è stata attribuita un'unità di misura, che
prende il nome di « ohm ». Essa caratterizza
il valore resistivo di un conduttore che, sottoposto alla tensione di
un volt, viene percorso dalla corrente di un ampère. Ciò significa, ad
esempio, che un filo conduttore assume il valore resistivo di 100 ohm
quando la tensione di 100 V, applicata ai suoi terminali, fa scorrere
una corrente di 1 A. Quindi, per produrre una corrente di 2 A, in
quello stesso conduttore occorre applicare ai terminali una tensione di
200 V.
Molto spesso in elettronica si fa uso di resistenze con valori assai
elevati. Pertanto si ricorre sovente ai multipli dell'ohm, cioè al
kilohm = 1.000 ohm e al megaohm = = 1.000.000 ohm.
Ogni modello di tester è dotato di un certo numero di portate, ma
normalmente la scala di lettura è una sola, quella situata nella parte
più alta del quadrante. Le diverse portate corrispondono ad uno stesso
numero di boccole contrassegnate con la sigla Ω, nelle quali si
inserisce una qualsiasi delle due spine dei puntali, perché nella
misura delle resistenze non si rispettano le polarità, come invece
avviene nel caso delle precedenti misure. E' bene tuttavia abituarsi ad
inserire la spina rossa nella boccola contrassegnata con Ω e quella
nera nella boccola COM. Prima di iniziare ogni intervento di
misura resistiva, è necessario azzerare l'ohmmetro nel modo illustrato
in figura 4.
Fig. 4 - Prima di iniziare ogni
operazione di misura resistiva, occorre azzerare lo strumento,
intervenendo sulla manopola R posta alla base del quadrante. In pratica
si uniscono i puntali e, ruotando il potenziometro R, si costringe
l'indice a raggiungere il fondo-scala.
Questa
operazione consiste nel mettere in contatto tra loro í puntali e nel
manovrare la manopolina del potenziometro R in modo che l'indice dello
strumento raggiunga esattamente il fondo-scala (estremità destra).
L'azzeramento dell'ohmmetro deve effettuarsi ogni volta che si prende
in mano lo strumento e ogni volta che, durante l'uso dell'ohmmetro, si
cambia portata. E ciò per due motivi: prima di tutto perché la tensione
nominale della pila, contenuta nel tester col passare del tempo è
soggetta a variazioni; in secondo luogo perché l'assorbimento di
corrente del circuito dell'ohmmetro varia col variare della portata
sulla quale si effettuano le misure resistive.
Fig. 5 - Interpretazione pratica della
misura della resistenza del filamento di una lampadina. L'ordine di
inserimento dei puntali sui terminali della resistenza non assume In
tal caso alcuna importanza, ma è comunque buona abitudine innestare la
spina nera nella boccola comune e quella rossa nella boccola relativa
alle misure ohmmetriche.
La
figura 5 interpreta un esempio di misura della resistenza del filamento
di una lampadina. Trattandosi di un valore resistivo relativamente
basso, l'indice dello strumento si sposta verso l'estremità destra
della scala, perché all'estrema sinistra sono indicati i valori
resistivi più alti. Quando si vuol misurare il valore resistivo di un
componente elettronico, montato in un circuito, si deve sempre
interrompere la tensione di alimentazione del circuito stesso e,
possibilmente, dissaldare uno dei due terminali del componente
sottoposto a misura.
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