LA MODULAZIONE D'AMPIEZZA
Il
primo concetto che bisogna assimilare è quello del processo di
propagazione delle onde elettromagnetiche nello spazio. Se si
inviassero nell'etere direttamente i segnali a frequenza acustica,
tramite un normale amplificatore di bassa frequenza, questi, pur
disponendo di una potenza anche elevata, non farebbero molta strada.
Disponendo invece di una sorgente di onde elettromagnetiche, di
frequenza elevatissima, si possono raggiungere distanze enormi anche
con potenze estremamente basse. Un esempio in tal senso ci è dato dal
Laser che, emettendo onde elettromagnetiche a frequenza ottica, riesce
a stabilire collegamenti terra-luna con potenze relativamente basse.
Questi brevi cenni sulla teoria della trasmissione permettono già di
chiarire un fondamentale concetto: quanto più alta è la frequenza, a
valore pari di potenza di trasmissione, tanto maggiore può essere la
distanza percorribile dall'onda elettromagnetica. Ecco spiegato il
motivo per cui, nel sistema delle trasmissioni radio, si ricorre alla
cosiddetta « alta frequenza », che permette di ottenere portate
abbastanza elevate.
Esistono ovviamente altri elementi connessi con il sistema di
propagazione delle onde elettromagnetiche e ciò significa che le cose
non sono così semplici come potrebbero sembrare. Inoltre sussistono
spesso difficoltà realizzative che sconsigliano, soprattutto ai
principianti, l'uso di frequenze troppo elevate. E' chiaro tuttavia che
inviando nello spazio soltanto un'onda ad alta frequenza, quella
denominata « onda portante », si potranno effettuare trasmissioni in
telegrafia e non in fonia. Per poter trasmettere la parola si deve
sovrapporre alla « portante » un'onda di bassa frequenza,
quella della voce, realizzando così il processo che viene denominato «
modulazione ».

In figura 1 sono rappresentati i diagrammi caratteristici del processo
di radiotrasmissione in modulazione d'ampiezza.
Fig.1
- I quattro diagrammi riportati in questo disegno interpretano
analiticamente i vari tipi di segnali che possono essere presenti in un
apparato trasmittente. Quello in alto interpreta il segnale di alta
frequenza normalmente generato da uno stadio finale in assenza di
modulazione. Gli altri tre diagrammi si riferiscono alle tre diverse e
possibili condizioni di modulazione dell'onda portante.
Il
diagramma riportato in alto di figura 1 rappresenta la «portante
», cioè il segnale di alta frequenza privo del segnale rappresentativo
della voce o del suono. Gli altri tre diagrammi rappresentano
altrettante condizioni di modulazione in ampiezza dell'onda portante.
Si noti che la frequenza dell'onda modulata rimane sempre la stessa in
tutti e tre i diagrammi riportati immediatamente sotto quello
rappresentativo della « portante ».
Il vantaggio derivante dal sistema di trasmissioni a modulazione
d'ampiezza, adottato nella gamma delle onde medie, risiede soprattutto
nella semplicità del ricevitore destinato all'ascolto dei segnali
inviati nello spazio dal trasmettitore. Il ricevitore radio, infatti, è
chiamato a svolgere poche funzioni radioelettriche: quella di
amplificazione del segnale di alta frequenza, rivelazione e
amplificazione di bassa frequenza.
Attualmente la possibilità di
reperire sul mercato apparati radioriceventi, già costruiti con
tecniche raffinate ed in grado di ricevere altri sistemi di
trasmissioni radio; tra i quali l'SSB o la modulazione di frequenza -a
banda stretta, ha relegato la modulazione di ampiezza ad un ruolo di
secondo piano, destinato soprattutto a chi iniziala pratica delle
trasmissioni radio con modesti mezzi finanziari.
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