ANTENNA DIPOLO
L'antenna più comune, più
nota e più diffusa è senza dubbio il dipolo. Non tanto per le sue
prestazioni, ormai superate da altri tipi di antenne ad alto guadagno,
quanto per la sua semplicità costruttiva ed il perfetto adattamento
elettrico.
Il dipolo è composto da due bracci orizzontali o verticali di un quarto
d'onda ciascuno, alimentati al centro (figura 3) per mezzo di una linea
bilanciata, o cavo schermato.
Il dipolo nella misura ora citata presenta una bassa impedenza, di 75
ohm circa, perfettamente adattabile all'uscita dei trasmettitori senza
dover ricorrere a particolari accorgimenti. Talvolta, anziché
utilizzare i due bracci, si fa uso di un solo braccio sistemato in
posizione verticale, in modo da ottenere un'antenna ad un quarto d'onda
verticale. Questa antenna non ha lo stesso rendimento del dipolo, a meno
che non venga realizzato un piano di terra, di tipo artificiale che,
fungendo da specchio per le radiazioni elettromagnetiche, simula le
proprietà intrinseche del dipolo.
Da questo concetto scaturiscono le ben note antenne ground-plane che
vengono utilizzate con ottimi risultati.
La lunghezza dell'antenna può essere ulteriormente ridotta inserendo,
in serie ad essa, una bobina in grado di introdurre nel circuito una
induttanza concentrata come illustato in figura 7.

Fig. 7 - La lunghezza reale
di un'antenna può essere ridotta fino ad un ottavo di lunghezza d'onda
inserendo una bobina.
Con tale sistema le dimensioni
costruttive dell'antenna possono essere ridotte ad un ottavo d'onda o
anche meno.
Le prestazioni di questo particolare tipo di antenna, denominata
"antenna caricata", non sono paragonabili a quelle delle
antenne a mezza lunghezza d'onda, e per tale motivo esse vengono
utilizzate soltanto là dove la lunghezza assume un'importanza
fondamentale come, ad esempio, sulle autovetture.