CONDENSATORI ELETTROLITICI



CORRENTE DI FUGA

Per definire la buona qualità di un condensatore elettrolitico, si suole indicare la sua corrente di fuga che, peraltro, costituisce un parametro difficilmente valutabile, ma che dipende essenzialmente dal valore capacitivo e da quello della tensione. Un valore di confronto accettabile e attribuibile alla corrente di fuga di un condensatore elettrolitico, può essere quello espresso dalla seguente formula:

If = 0,1xCxV+10

nella quale If misura la corrente di fuga espressa in microampere, C indica la capacità di microfarad e V la tensione in volt, quando il prodotto CV è inferiore a 1.000. Per valori superiori,l a precedente formula assume questa nuova espressione:

If = 0,06xCxV+50

Per esempio,per un condensatore elettrolitico da 25 uF - 12 Vl, un valore ammissibile della corrente di fuga è il seguente:

If = 0,1x25x12+10 = 40uA

Ricordiamo che le formule ora presentate dovranno essere adottate dal lettore in sede pratica di analisi dei condensatori elettrolitici e, in particolare, quando si debba valutare la corrente di fuga del componente. La loro applicazione, del resto, è talmente semplice che può essere rapidamente condotta anche da chi ha poca dimestichezza con la matematica. L'andamento tipico della corrente di fuga, in un condensatore elettrolitico, è quello rappresentato dal diagramma riportato in figura 2 a.

Fig. 2 - corrente di fuga in un condensatore elettrolitico al variare della tensione applicata ai suoi elettrodi (a) e al variare della temperatura

In esso si nota come, una volta superato il valore della tensione di picco Vp, la corrente di fuga aumenti considerevolmente. Cio’ vuol anche significare che la tensione applicata sui terminali di un condensatore elettrolitico non deve mai superare il valore della tensione di lavoro Vl. Le nuove grandezze ora citate, quella della tensione di lavoro Vl e quella della tensione di picco Vp, sono quasi sempre riportate sul corpo esterno di ogni condensatore elettrolitico. La prima sta ad indicare il massimo valore di tensione al quale si può far lavorare in continuità il condensatore senza che questo subisca danni. La seconda stabilisce il valore temporaneo di tensione al quale può ancora funzionare il condensatore senza danneggiarsi. Tale valore è di norma superiore del l0% - 15% a quello di Vl.
Un altro elemento in grado di influenzare la corrente di fuga è costituito dalla temperatura. Cio’ è interpretato dal diagramma di figura 2b, in cui si ravvisa come, oltre un certo valore di temperatura, la corrente di fuga aumenti notevolmente. E’ quindi prudente far sempre lavorare i condensatori elettrolitici lontano da fonti di calore. 
La corrente di fuga viene valutata pure nei condensatori al tantalio, che rappresentano una variante dei condensatori elettrolitici.

Fig. 3 - condensatore al tantalio

 In questi, uno dei due elettrodi è costituito da un materiale spugnoso con superficie di contatto apparentemente piccola, ma in realtà molto elevata. Il materiale poroso (figura3), che fa capo ad uno dei due elettrodi, è immerso nell'elettrolita e racchiuso in un contenitore di alluminio a forma di goccia e ricoperto con resina colorata. L'armatura non ossidata del condensatore al tantalio è soltanto un contatto elettrico per l'elettrolita il quale, essendo un conduttore, si inserisce in tutti i pori del nucleo. Il criterio per valutare la corrente di fuga in questi tipi di condensatori è contenuto nella seguente formula:

If = 0,02xCxV+2

nella quale, essendo C valutato in microfarad e V in volt, la corrente di fuga If rimane espressa in microampere (uA).