DIODI PROTETTORI
Un
altro impiego, assai frequente, dei diodi a semiconduttore, è quello
del loro collegamento in parallelo con gli avvolgimenti dei relè. con
il fine di scongiurare i pericoli derivanti dalla formazione delle
extracorrenti.
Come si sa, nel momento in cui una bobina viene alimentata, ed anche
quando si interrompe l'alimentazione. si formano delle tensioni di
verso contrario a quelle applicate, che prendono i nomi di
extratensioni di apertura e di chiusura e che, a loro volta, generano
delle corrispondenti correnti, denominate parimenti extracorrenti di
apertura e di chiusura. Ebbene, queste correnti in molti casi possono
rivelarsi pericolose per i dispositivi di pilotaggio dei relè, anche se
la loro durata nel tempo è brevissima, perché ciò che conta è
l'ampiezza delle tensioni che le promuovono e che possono raggiungere e
superare pure i 1.000 V. Si comprende dunque quale importanza possa
assumere una appropriata difesa dalle extratensioni, quando gli
elementi di comando delle bobine sono i transistor o gli integrati.

Fig.
5 - Per proteggere i circuiti di comando (transistor - integrati - fet)
dalle extratensioni generate dalle bobine dei relè, è buona norma
collegare, in parallelo con il dispositivo elettromeccanico, un diodo a
semiconduttore opportunamente polarizzato.
Gli
schemi riportati in figura 5 interpretano il tipo di difesa ora
menzionato e propongono le due eventualità circuitali, quella in cui
sulla bobina del relè è connessa la tensione di alimentazione positiva
e l'altra nella quale si alimenta il relè con la tensione negativa.
Nel primo caso il diodo D è inserito in modo da opporsi al
passaggio della corrente primaria, con lo scopo di non cortocircuitare
la bobina del relè, ma di intervenire in occasione di presenza
dell'extracorrente. Nel secondo caso il diodo D, per sortire lo stesso
effetto, è montato con polarità invertite. In entrambi gli schemi,
quindi, i circuiti di comando sono protetti elettronicamente dai
pericoli menzionati.
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