TRASFERIMENTO D'ENERGIA
Uno dei principali compiti, affidati ai circuiti accordati, è quello
di trasferire l'energia ad alta frequenza, per esempio da uno stadio
amplificatore ad un'antenna trasmittente, oppure da un'antenna ricevente
ad una sezione amplificatrice AF. Dunque, per queste applicazioni, i
circuiti risonanti debbono risolvere contemporaneamente almeno tre
problemi:
1° - Adattare l'impedenza.
2° - Evitare perdite energetiche.
3° - Isolare elettricamente gli stadi.
In figura 8 sono riportati tre schemi, nei quali un elemento reattivo
comune, segnalato con il suffisso M (CM - LM - CM) attua il
trasferimento di energia fra due circuiti oscillanti.
Fig. 8 - Esempi di circuiti accordati, nei quali il trasferimento di
energia avviene per mezzo di un elemento, citato con il suffisso M, che
può essere un condensatore o una bobina.
L'accoppiamento, nei circuiti A e C di figura 8, è ottenuto mediante
condensatore (CM), mentre nel circuito B della stessa figura è
realizzato tramite una bobina (LM).
Per esaltare l'accoppiamento circuitale, negli schemi proposti in
figura 8, occorre aumentare il valore della capacità in C, quello
dell'induttanza in B e diminuire la capacità in A. Ma ciò è evidente
se si considera che, alle alte frequenze, i grossi condensatori
equivalgono a dei cortocircuiti, mentre quelli piccoli e le grandi
bobine si identificano con un circuito aperto, caratterizzato da elevata
reattanza.
In ogni caso, quando l'accoppiamento è stretto, la banda passante
aumenta, mentre quando l'accoppiamento è inferiore a quello critico, la
banda passante si restringe notevolmente, come accade nei circuiti
estremamente selettivi. Si può così concludere dicendo che il grado di
accoppiamento influenza in grande misura la curva di risposta di questi
circuiti.
Se occorre un completo isolamento elettrico, come ad esempio nei
circuiti sollevati da massa, oppure quando uno dei due circuiti è
simmetrico e l'altro asimmetrico rispetto a massa o, ancora, quando
necessita una separazione galvanica, come avviene normalmente nelle
antenne e negli stadi di potenza, si utilizzano gli schemi riportati in
figura 9. Nei quali i campi magnetici, generati dalle bobine,
interagiscono, creando una mutua induttanza, che stabilisce appunto
l'accoppiamento, con un meccanismo simile a quello interpretato per il
circuito B di figura 8.