LE LAMPADE AL NEON - 2



Le lampade a gas neon

La lampada al neon, in particolare la lampada spia montata nei circuiti elettronici, viene indicata con un simbolo elettrico, riportato in figura 1a,  che è disegnato in modo tale da evidenziare chiaramente la composizione reale del componente: due elettrodi racchiusi in un involucro, di vetro o di plastica, contenente il gas neon. Attualmente esistono in commercio moltissimi tipi di lampade al neon, di grandezze e forme diverse; alcune vengono costruite in vetro, altre in plastica, con o senza lente concentrica, con elettrodi sagomati in diverse forme, con attacchi a vite o a saldatura, ecc. In figura 1b sono mostrati  due tipi più comuni di lampade-spia al neon utilizzate dai principianti.

Fig. 1 - simbolo elettrico (a)   e modelli diversi (b), per forma e grandezza, delle lampade al neon

Funzionamento elettrico

Il comportamento elettrico di una lampada al neon può essere chiaramente evidenziato e facilmente interpretato attraverso il diagramma di figura 2.

Fig. 2 - curva caratteristica tensione - corrente di una lampada al neon

  Alcune zone tipiche sono diversamente indicate entro la linea nera della curva caratteristica tensione-corrente (la scala dei valori delle correnti è di tipo a variazione logaritmica). Nel grafico si possono distinguere tre zone di funzionamento:  normale, anormale e zona di scarica distruttiva.
Finche la tensione non raggiunge un determinato valore detto d'innesco, la corrente rimane costante e pressoché nulla. Il valore della tensione di innesco e' ben definita e costante per ogni tipo di lampada: nel diagramma dì figura 6 vale 90 V circa. Superato questo valore, la lampada entra nella zona di funzionamento normale. Il gas contenuto nella lampada al neon diviene conduttore e rimane tale anche se la tensione scende al valore di 80 V, ossia diventa leggermente più bassa di quella di ínnesco. Contemporaneamente la resistenza dinamica della lampada (ovvero quella che dipende dalla variazione della tensione ai capi della lampada)  è nulla o quasi. Si noti infatti nel grafico nella parte relativo al funzionamento normale, che per variazioni di corrente comprese tra 0,1 e 10 mA la tensione rimane costante. Quindi per far funzionare normalmente la lampada al neon bisogna limitare, mediante il collegamento esterno di una resistenza, la corrente nell'intervallo di funzionamento normale dichiarato dal costruttore della lampada.
La zona di funzionamento normale della lampada al neon viene sfruttata, oltre che per l'illuminazione, anche per la stabilizzazione di tensioni superiori ai 70 V, sino ai 200 - 300 V ed oltre, collegando in serie vari elementi.Questo tipo di applicazione delle lampade al neon è particolarmente adatto là dove i diodi zener sono difficilmente utilizzabili.
Se la corrente di lavoro della lampada supera
i 10 mA si passa nella zona di funzionamento anormale della lampada al neon, caratterizzata da una forte ionizzazione del gas. In questa zona si ritorna ad un andamento « positivo » della caratteristica tensione-corrente, dato che agli aumenti di corrente corrispondono aumenti sia pur lievi, della tensione sui terminali della lampadina.
 
Un ulteriore aumento della corrente conduce la lampada nella zona dì scarica, in cui si forma un arco voltaico tra i due elettrodi. che distrugge, quasi istantaneamente, la lampada al neon.