PID & MICRO - 3



Per rimuovere tali limitazioni, occorre dunque sostituire la grandezza manipolabile Y con una grandezza non più digitale (ON-OFF) ma analogica, capace di assumere un certo insieme di valori intermedi alle due situazioni estreme. Si potrà quindi fornire al sistema una potenza anche intermedia, come per esempio il 25% oppure il 70% e così via; in questo modo si avrà un maggior grado di libertà nel controllare la potenza fornita al sistema.
Anche le variabili di set point e di valore reale andranno trattate in modo diverso: il comparatore non fornirà più alla sua uscita un valore a soli due stati (ON-OFF) dipendente dal fatto che una delle grandezze supera l'altra, ma un valore analogico contenente anche
l'informazione di quanto le due grandezze differiscono. La grandezza analogica che si viene così ad introdurre verrà chiamata ERRORE e sarà nel seguito indicata con X; più precisamente la variabile X rappresenterà, istante per istante, la differenza tra le due grandezze omogenee di set point S e di valore reale misurato R.
A questo punto viene naturale introdurre un blocco funzionale F nel sistema di controllo capace di generare un opportuno valore della grandezza manipolabile Y in funzione esclusivamente del valore dell'errore X:


schema controllo evoluto

Figura 3: schema a blocchi di un sistema di regolazione con controllore F

Il blocco funzionale F ha l'incarico di pilotare il sistema mediante la sua uscita Y (grandezza manipolabile) avendo come unica informazione il valore della variabile errore X.
La funzione F può avere diverse forme realizzative, corrispondenti a specifiche rappresentazioni matematiche; la più semplice funzione matematica che ci può venire in mente è quella lineare:

formula lineare

Un blocco funzionale del genere permette di fornire potenza al sistema in modo proporzionale al valore corrente dell'errore; questo significa che se il valore reale misurato si discosta molto dal valore del set point desiderato, la potenza fornita al sistema è prossima
ad uno dei due valori limite (0% oppure 100%) a seconda del segno della variabile X. Più precisamente, nel dimensionare le grandezze in gioco nel sistema fisico reale, si stabilisce una banda attorno al set point, corrispondente alla variazione analogica della potenza fornita
al sistema; ciò equivale all'inserimento a valle del blocco F di un blocco limitatore capace di bloccare il valore di Y ai valori limiti permessi.
Un sistema di controllo in retroazione, utilizzante un blocco F di questo tipo, viene chiamato "regolatore di tipo P" poiché il suo comportamento è basato su un'azione di tipo proporzionale. Un regolatore di tipo P lo si impiega in quei sistemi che permettono un'elevata costante di guadagno d'anello senza incorrere in problemi di stabilità.

La funzione F non deve necessariamente determinare il valore corrente della grandezza manipolabile Y basandosi esclusivamente sul valore allo stesso istante della variabile errore X. Infatti notevoli miglioramenti nelle prestazioni del controllo si ottengono utilizzando funzioni F che tengano conto anche dei valori assunti dall'errore in precedenza.
Basti pensare che, conoscendo l'andamento nel tempo della variabile errore, è possibile stabilire la velocità della variabile stessa corrispondente ad un'informazione sulle capacità del sistema controllato di rispondere alle sollecitazioni della grandezza manipolabile Y. Ciò consente, in un certo senso, di prevedere la reazione del sistema al controllo fornito mediante la grandezza Y e di agire di conseguenza. In particolare alla funzione F si potrebbe aggiungere un ulteriore termine costituito da una
funzione integrale della variabile errore:

formula PI

Una regolazione con tale funzione F viene chiamata "regolazione di tipo PI", in quanto la sua azione ha un effetto di tipo integrativo oltre che proporzionale; questa funzione tiene memoria della storia passata della variabile X, fornendo un'azione correttiva capace di aggiungere o togliere la potenza in modo graduale al fine di far avvicinare il valore reale R al set point S.
Infine ulteriori possibilità sono offerte da una funzione F comprendente anche un termine derivativo:

formula PID

L'azione derivativa, indicata generalmente con D, permette di ottenere maggior prontezza di risposta nel controllo del sistema, in quanto la correzione è tanto più elevata quanto rapida è la variazione dell'errore.
La funzione alla quale siamo giunti prende il nome di funzione PID in quanto comprende tutti e tre gli effetti correttivi. La funzione PID è certamente la funzione correttrice più utilizzata nei sistemi di controllo ad anello chiuso; essa infatti, per la sua generalità, permette di adattarsi a gran parte dei sistemi da controllare. Variando il peso dei tre termini è possibile configurare il sistema di controllo alle più svariate esigenze ed è per questo che un regolatore di tipo PID è anche chiamato regolatore STANDARD.