RESISTORI VARIABILI - 3



 

POTENZIOMETRI MENO COMUNI

 I potenziometri a strato di miscela di carbone, dei quali il modello più noto è quello raffigurato sulla sinistra, in alto e in basso, di figura 1, sono certamente i più comuni fra tutti. Ma si conoscono pure potenziometri con albero di comando in plastica, di piccola e media grandezza, con l'elemento resistivo variamente suddiviso. 

 

 Fig. 5 - I potenziometri doppi, dei quali in basso è riportato il simbolo elettrico, consentono, tramite un'unica manovra su uno stesso perno di comando, di pilotare contemporaneamente i livelli di due distinti segnali. Il loro uso è più frequente negli amplificatori stereofonici. 

Molto comuni, nel settore della bassa frequenza sono i potenziometri doppi, come quello riportato in figura 5, dove è pure riprodotto, in basso, il simbolo elettrico di tale componente. Questi potenziometri sono disponibili in due diverse esecuzioni: con comando unico e con comandi separati. I primi sono muniti di un solo albero, che pilota la rotazione di entrambi i cursori, i secondi sono dotati di due alberi coassiali, ciascuno dei quali agisce su un solo cursore. Le due parti, in cui si suddivide il potenziometro, possono avere uguale valore resistivo, e allora il componente viene impiegato in circuiti simmetrici, per esempio in amplificatori stereofonici, ma possono avere valori diversi, che rendono il potenziometro adatto ad applicazioni più varie.  


Alcuni tipi di potenziometri sono provvisti, oltre che della normale presa variabile, anche di prese intermedie fisse, da cui è possibile prelevare una certa percentuale del valore totale di resistenza. Con il nome di reostati si indicano normalmente le resistenze variabili a filo, realizzate con uno strato di filo metallico, avvolto su un supporto isolante di resina o di ceramica; questi tipi di potenziometri, così chiamati attualmente, anche se il termine reostato è relegato alla storia dell'elettronica, consentono di dissipare potenze notevoli, anche di parecchie centinaia di watt e presentano limiti di tolleranza assai più ristretti rispetto ai potenziometri a strato di carbone.

  

 Fig. 6- I reostati sono resistenze variabili a filo, composte da uno strato di filo conduttore avvolto su supporto isolante di resina o ceramica. Esternamente assomigliano ai comuni potenziometri a strato di grafite.

 In figura 6 è riportato un esempio di reostato, con strato di filo conduttore al nichel-cromo. Esteriormente, il reostato assomiglia molto al potenziometro a strato di carbone, perché è dotato di tre terminali utili, due relativi alle estremità opposte della resistenza ed uno collegato con il cursore; inoltre, il reostato presenta un perno di comando assolutamente uguale a quello del potenziometro a grafite ed è racchiuso in un identico contenitore metallico.