MISURARE CON IL TESTER - 3



 AMPEROMETRO

La valutazione delle correnti continue ed alternate, mediante l'uso del tester, rappresenta, in ordine di importanza, la seconda delle operazioni che principianti e professionisti eseguono nell'esercizio della loro professione. Tuttavia, in questo settore di misure, il tester denuncia delle limitazioni rispetto ad un vero e proprio amperometro, perché da esso non si possono pretendere misure di correnti di intensità superiore ad 1 A, nel campo delle correnti continue e neppure di intensità al di sopra dei 3 A in quello delle correnti alternate, essendo questi, press'a poco, i limiti massimi dei normali tester attualmente in commercio. La corrente elettrica rappresenta l'effetto di quella causa che viene denominata tensione. Essa è costituita da un insieme, più o meno intenso, di elettroni in movimento, i quali vengono sollecitati nel loro cammino da un generatore elettrico. L'intensità di corrente, cioè il numero di elettroni che attraversano la sezione di un conduttore elettrico in un minuto secondo, rappresenta una grandezza fisica la cui unità di misura è I'ampère (abbrev. A). I filamenti delle comuni lampadine ad incandescenza sono percorsi da correnti elettriche alternate, la cui intensità può variare da alcuni decimi di ampère, sino ad alcuni ampère. I motori elettrici delle vetture tramviarie possono assorbire una corrente compresa fra i 50 e i 100 ampère. Ma l'ampère è un'unità di misura poco usata in elettronica, dove si ha a che fare di frequente con correnti la cui intensità è molto spesso inferiore all'ampère. Pertanto, i sottomultipli dell'ampère più in uso sono il milliampère (abbrev. mA) ed il microampère (abbrev. uA). Veniamo ora all'uso del tester in funzione di strumento di misura delle correnti continue, la cui configurazione è riportata in figura 3.

 

 

Fig. 3 - La misura dei valori di intensità di corrente, contrariamente a quanto avviene per i rilevamenti voltmetrici, è dei tipo in serie. Infatti, occorre provvisoriamente Interrompere il circuito elettrico in esame ed inserire, nei punti di interruzione, i puntali dei tester opportunamente orientati: il puntale rosso (positivo) va applicato a monte del verso di scorrimento della corrente, il puntale nero (negativo) a valle.

E cominciamo col dire che, mentre nelle valutazioni voltmetriche lo strumento va inserito in parallelo al circuito sottoposto a misura, in quelle amperometriche il tester deve essere collegato in serie al circuito. In secondo luogo, quando si rilevano misure di correnti continue, il puntale rosso (positivo) deve essere applicato sul punto di scorrimento a monte della corrente, quello nero (negativo) sul punto di arrivo della corrente. Per esempio, facendo riferimento allo schema di figura 3, si può notare che il puntale positivo rosso viene applicato al morsetto positivo della pila, quello nero al morsetto negativo, perché il verso della corrente è quello che dal morsetto positivo raggiunge il morsetto negativo.
Per quanto riguarda le due spine dei cordoni, queste vanno inserite sulla boccola contrassegnata con A (spina rossa positiva) e in quella comune (spina nera negativa).
Ovviamente, per motivi di semplicità di disegno, nello schema di figura 3, è stata disegnata una sola boccola relativa alle misure di corrente. Ma nei tester esistono più boccole e queste si riferiscono alle varie portate di fondo-scala e ai due tipi di correnti, le continue e le alternate. Nel nostro caso, avendo a che fare con correnti continue, che alimentano il filamento di una piccola lampada, sarà necessario, all'atto pratico e durante l'uso di un normale tester, inserire la spina rossa nella boccola contrassegnata con 0,5 Acc, che significa « ampère corrente continua ».
Anche durante le misure amperometriche, come accade nelle misure voltmetriche, se si invertono tra loro í puntali, l'indice dello strumento, anziché spostarsi verso destra, tende a deviare verso sinistra, oltre l'inizio-scala con possibilità di danneggiamento del tester.