ELEMENTI DI RADIOTRASMISSIONE



LA MODULAZIONE

L'elemento fondamentale che consente di inserire l'informazione audio nel segnale di alta frequenza, come si è detto, è rappresentato dal modulatore. Cerchiamo ora di analizzare un po' più dettagliatamente quel che avviene dentro il modulatore stesso e quali sono le caratteristiche del segnale uscente modulato.
Occorre premettere che esistono attualmente varie tecniche per modulare un segnale di alta frequenza. Ma le più utilizzate, che sono anche le più note, sono sostanzialmente due: 

modulazione di ampiezza (AM) 

modulazione di frequenza (FM).

Con il sistema della modulazione di ampiezza si ricevevano un tempo tutte le emissioni radiofoniche. Poi venne la modulazione di frequenza, che ha consentito una riproduzione sonora più fedele e meglio esente da disturbi. Con il sistema della modulazione di frequenza attualmente lavorano quasi tutte le emittenti private.

MODULAZIONE D'AMPIEZZA

La tecnica della modulazione di ampiezza va esaminata per prima, dato che essa precede storicamente ogni altra tecnica di trasmissione. Quando il segnale di alta frequenza entra nel modulatore, la sua ampiezza è costante, così come indicato nel diagramma di figura 2. 

onda portante, generata dal trasmettitore, caratterizzata da una frequenza e un'ampiezza costanti.

Fig. 4 - onda portante, generata dal trasmettitore, caratterizzata da una frequenza e un'ampiezza costanti.

Al contrario, il segnale di bassa frequenza  modulante varia in ampiezza. Ma per semplicità di interpretazione esso viene diagrammato come nel disegno a sinistra di figura 3, ossia con ampiezza costante, anche se ciò in pratica non è vero. I due segnali di figura 3 si riferiscono a quello uscente dal trasduttore acustico (a sinistra) e a quello uscente dall'amplificatore di bassa frequenza. Quest'ultimo viene inviato nel modulatore, dove fa variare l'ampiezza del segnale portante ad  alta frequenza, proveniente dall'oscillatore RF, in sincronismo con le proprie variazioni di ampiezza. Si tenga presente che il segnale di bassa frequenza uscente dal microfono varia, oltre che in ampiezza, come si è detto, anche in frequenza.

Si può ora concludere dicendo che dal mescolamento dei due segnali scaturisce un terzo segnale che ha la forma del diagramma riportato in figura 5..

modulazione di ampiezza: ampiezza varia come il segnale a bassa frequenza e la frequenza rimane costante.

Fig. 5 -  modulazione di ampiezza: ampiezza varia come il segnale a bassa frequenza e la frequenza rimane costante.

 Questa forma si manifesta quando l'onda di bassa frequenza (modulante) è di tipo sinusoidale.
Il segnale diagrammato di figura 4 è certamente un segnale ad alta frequenza, ma contiene anche l'informazione di bassa frequenza che, un ricevitore radio, viene estratta tramite raddrizzamento dell'onda radio, ossia « tagliando » metà l'onda e filtrando la componente ad ali frequenza che non serve più a nulla, dato che suo compito si esaurisce qui, dopo aver trasportato il messaggio.