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REATTANZA CAPACITIVA - 3 |
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LA REATTANZA CAPACITIVA La corrente elettrica, che un condensatore fa scorrere nel circuito in cui è inserito, può essere valutata se si tiene conto di una importante grandezza fisica che, in buona parte, qualifica la possibilità di comportamento di questo componente. E questa va identificata in quella forma di resistenza, che nulla ha a che vedere con la ben nota resistenza elettrica dei conduttori, la quale favorisce più o meno il flusso delle correnti alternate. Tale entità prende il nome di REATTANZA CAPACITIVA e si indica, normalmente, con la sigla Xc. Ma che cos'è in realtà questa reattanza capacitiva? Per reattanza di un condensatore si intende la misura dell'impedimento che il componente oppone al passaggio della corrente, allorché sui suoi terminali è applicata una tensione alternata. Tale grandezza elettrica si esprime attraverso la seguente formula: Xc = 1 / (2 π f C) in cui "f ' esprime la frequenza della tensione alternata e "C" il valore capacitivo del condensatore. Tuttavia, tenendo conto che la "π" vale 3,14, la formula sopra riportata può assumere la seguente espressione Xc = 1 / (2 x3.14 x f x C) oppure: Xc =1 / (6.28 x f x C) Tale
formula esprime un concetto molto importante, quello per cui la
reattanza capacitiva è inversamente proporzionale alla frequenza. Ciò significa che,
aumentando il valore della frequenza della corrente alternata, il
rapporto diventa sempre più piccolo. Al punto che, almeno idealmente,
un condensatore che lavora con le alte frequenze può considerarsi quasi
un cortocircuito. Xc = 1/ (1 6,28 x 50 x 0,000.004.7) = 667,5 ohm Da
questa semplice applicazione pratica, si può facilmente dedurre che la
tensione non influenza in alcun modo il calcolo della reattanza
capacitiva, perché il suo valore non viene inserito nelle formule
citate.
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